Pagina (144/199)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Il rigido formalismo dominante non si arrestava però a tali prescrizioni e rilevando, "che vi sono uomini che hanno più anca che spalla e di quelli che sono al contrario", presumeva di correggere anche le differenze fisiologiche dei diversi attori con compensi e temperamenti, in modo da ottenere che tutti i fusti dei fucili si adagiassero in un medesimo piano inclinato, perfettamente uniforme.
      Se il soldato - -diceva dunque il regolamento - ha più anca che spalla, esso dovrà sostenere il fucile sulla spalla volgendo il pugno un poco in dentro perchè la canna più si scosti dalla testa; e se al contrario avesse più spalla che anca, allora volgerà il pugno un poco più in fuori appoggiando maggiormente il calcio alla coscia per avvicinare di più la canna alla testa. Con tale avvertenza si riuscirà a mettere nello stesso piano tutti i fucili di una riga di soldati
      .
      E sulla pratica di questi ripieghi i campioni fondavano il supremo segreto dell'arte, la ricetta che assicurava fortuna alla complicata coreografia del maneggio dell'armi. I principali movimenti con il fucile erano 34. La loro progressione cominciava col presentar l'arme, la quale si sosteneva verticalmente davanti al corpo "in candela, proprio dirimpetto al mezzo del capo, col vidone (vitone) del cane contro il centurino... ed il piede destro tre dita dietro il piede sinistro, in modo che il calcagno di questo guardi il mezzo dell'altro piede, e ciò senza cangiare di fronte"(244).
      Sull'esecuzione dei fuochi il regolamento richiamava "tutta l'attenzione dei soldati.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La Campagna del 1796 nel Veneto
Parte I (la decadenza militare della serenissima. Uomini ed armi)
di Eugenio Barbarich
Tip. E. Voghera Roma
1910 pagine 199