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      Forse tali progressi sarebbero stati assai più sensibili nella seconda parte che si attendeva, quella cioè, relativa all'impiego tattico delle truppe, ma il tempo tolse non solo la facoltà di pubblicare quest'ultima, ma ben anco il destro di diffondere più largamente la prima oltre il ristretto cerchio delle milizie che componevano il campo veneziano sotto Verona. La parte formale degli Esercizi personali non vide infatti neppure l'onore delle stampe. Essa rimase allo stato di manoscritto tra le mani gli ufficiali veneti che la sperimentarono, e così si tramandò pure ai posteri confinata tra le polverose carte del Savio alla Scrittura(248).
      Restò così ancora in vigore, fino alla caduta della Serenissima, il libretto del maresciallo Schoulemburg, l'ultimo capitano della Repubblica.
      Gli uomini delle tre righe erano disposti l'uno dietro all'altro alla distanza di un passo. Gli esercizi erano comandati alla voce o con il tocco del tamburo, e si dovevano eseguire all'ultima parola del comando che il campione doveva pronunciare breve e forte, oppure al termine del tocco seguendo l'esempio dei sottufficiali o dei campioni medesimi. Gli esercizi del reggimento erano preceduti dal riconoscimento, o formazione delle unità di manovra. Si pareggiavano allora le file, si eguagliava la forza delle compagnie, si suddividevano tra i riparti secondo l'ordine di precedenza gli ufficiali ed i sottufficiali i quali, fuori delle righe, attendevano in questo frattempo di prendere posto. La compagnia inquadrata perdeva da quel momento ogni personalità e tutta la truppa si ripartiva in tre divisioni, cioè il centro e le due ali.


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La Campagna del 1796 nel Veneto
Parte I (la decadenza militare della serenissima. Uomini ed armi)
di Eugenio Barbarich
Tip. E. Voghera Roma
1910 pagine 199

   





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