.... poi farci sentire l'orma d'un passo che sotto ad un verone chiama l'avido sguardo d'una bella, poi mandarcelo ad un tratto chi sa dove.... a profanare in un'orgia chi sa qual nome.... Signor romanziere!.... l'è questo un andar a sbalzi che non ci accomoda punto!.... E poi.... chi è mo' questo signor Carlo?... che guarda i pesciolini che guizzano, il sole che indora i canneti, che canta di notte delle romanze, e che poi.... dato uno scapelotto a tanta poesia, ci fate smarrire d'innanzi lasciando a noi di pensare ove abbia potuto cacciarsi?...
Perdonate lettori.... e se pure ho la fortuna d'averne, lettrici carissime, ognuno ha i suoi capricci e più di tutti i romanzieri!.... non c'è che ripetere, se anche con quel sorrisino sardonico sembrami vogliate gridare – Oh il modesto!... ma dopo tutto io soglio perdonar molte cose a chi mi sorride, dunque tanto fa, lo metto a prezzo della più o meno benevola intenzione, tiro la somma e non se ne parli più.
Ma or ditemi voi, che vi importerebbe dei connotati più o meno speciali e fotografici dell'eroe di questo racconto?.... prima di tutto, disse, ed ha ragione, un nostro chiaro scrittore.... che al di d'oggi quest'ufficio che altra volta era privilegio del romanziere se l'hanno preso certe persone che han tanto a che fare colla poesia quanto il Pater nel Corano... sebben sia merce della stessa stoffa.... D'altronde, sapete perche v'ho accennato il suono de' suoi passi?.... perchè credo che un per l'altro tutti lo rendano uguale presso a poco, così che da quest'eguaglianza di suono ne nasce di conseguenza l'eguaglianza di difetti, di virtù, di bene e di male onde si informa questo ammasso d'ossa e di carne, di sangue e di vene che costituisce il meccanismo di questo essere logogrifo ambulante che dicesi uomo, percorrendo questo vasto teatro che dicesi mondo, rappresentando questa alternata farsi-tragico-commedia, che dicesi vita.
| |
Adelia
di Ulisse Barbieri
1867
pagine 26 |
|
|
Carlo Pater Corano
|