Poco però vi stette, e tacita tacita avviossi al terrazzo... perchè trema così la sua mano appoggiandosi alla spalliera di marmo, su cui posano i suoi fiori?... È un fremito dolce quello che investe le sue fibra! È l'ansia d'un cuore per cui non è vita che nelle braccia dell'essere a cui ha sacrati tutti i suoi palpiti? Un istante... un altro trascorre accelerando battiti sovra battiti, un ultimo!... un supremo!... Poi il paradiso d'un amplesso!...
Carlo è là!... bello... sorridente!.. la sua voce mai non ebbe una tanto soave vibrazione!... la sua mano mai non fu così ardente! il suo occhio mai mandò lampi di un tanto amore! Era ben amore quello che da essi schizzava? Era un fuoco struggitore sottile che il contatto delle arse membra infiltrava nell'animo della giovinetta, fino a farle smarrire la ragione...
Essi erano là... assisi l'uno appresso dell'altra, il cielo era quella sera tempestato di stelle. I neri e folti capelli della giovinetta ondeggiavano, lasciati cadere con abbandono sugli omeri di neve, e l'aura mite, scherzando fra essi, pareva susurrare al loro orecchio una voce soave d'amore, che essi soli comprendevano!... Carlo, tratto dal seno un lino trappunto e candido, pegno della sua fede, lo porgeva alla fanciulla, che se lo strinse al cuore, come una sacra reliquia... poi intrecciandole al collo il destro braccio sulla serena e bella sua fronte impresse un bacio... Ammutolita dalla foga della passione, dal verticoso turbine di quelle mille rapide sensazioni, svolte dai più reconditi recessi dell'anima, il labbro tacque.
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Adelia
di Ulisse Barbieri
1867
pagine 26 |
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Carlo
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