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      .. Entrambi si fissarono d'uno sguardo indefinito ed indefinibile, onde era compreso un mondo d'incanti!... Il cuore, con convulsa vertigine, stretto sul cuore, palpito d'un solo palpito... La mente, nell'agitato fremito di quel gaudio supremo, dimenticò la terra... e, confuso insieme il respiro al respiro... in quell'incantevole amplesso che stringe d'una sola catena l'opere tutte dell'eterno... s'innebriarono così, che troppo ratto ridestolli al senso della vita il respiro istesso della vita, a deplorare che avvinti in quell'amplesso il cielo non si fosse dischiuso all'anime festanti!...
     
     
      CAPITOLO V.
     
      Abbandono.
     
      Abbandono!... aimè, suona pur triste sul labbro questa parola!... qual foga di memorie, di piaceri, di speranze, di gioje sfumate, di desideri incompiuti, di larve fantastiche, di sogni ridenti!... che passano d'innanzi allo sguardo... lasciando nell'animo un solo senso... lo sconforto!... il dolore!...L'autunno, scrisse Guerrazzi, è la più mesta stagione dell'anno, l'Ave Maria, l'ora più mesta della sera... io scrivo, l'abbandono è la più mesta parola che amareggi labbro mortale nell'ora dell'affanno! quando egli batte inesorabile alla porta di noi poveri mendicanti, per questo pelago burrascoso, chiedendo ad ognuno la sua quota di lagrime.
      Era sparito il roseo incarnato che fece sì belle le guancie della fanciulla... i suoi occhi han perduta la loro vivezza, eppur son belli ancora!... Ed invano la buona madre le sta intorno a richiederla dell'arcana fonte de' suoi sospiri.


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Adelia
di Ulisse Barbieri
1867 pagine 26

   





Guerrazzi Ave Maria