Tutto è silenzio, e solo il soffocato singulto della povera madre, che veglia intenta al capezzale della giacente, turba quella quiete solenne.
La giovinetta si scosse... il suo occhio incontrò l'occhio della madre umido di lagrime... Colla scarna mano si strinse al seno quella fronte venerata... le loro labbra si toccarono, la loro bocca non lasciò sfuggire che un sospiro. Oh qual incomparabile poema d'affetti!... quante pagine del cuore umano svoltesi in un attimo!... quante arcane rivelazioni comprese in un fremito!... qual domanda di perdono!... qual risposta d'affetto!...
Poi, raccolto lo sguardo moribondo... e pur vivo d'una speranza; madre, le disse... non venne ancora?... e ancora bello del pensiero di lui, un ultimo sorriso errò dentro il suo ciglio.
La povera madre non gli fè risposta... e sì che pur, a prezzo della vita sua stessa, vorría confortarla d'una dolce parola. La poveretta comprese il suo pensiero... ed abbandonando, mesta e rassegnata, il languido capo sul suo guanciale... Rivolse ancora i tardi lumi a quel verone, da cui l'anima aveva accolta la prima e fatal nota di quel canto d'amore... poi tutta si raccolse nelle tristi e lugubri memorie del passato... e sorrise... sorrise all'avvenire... che gli offriva il riposo della tomba!... e solo gli increbbe di lei... di quella povera madre che si starà sola a lagrimarla.
Sorgeva il sole del domani... sovra una zolla, allora appena smossa, una povera donna raccolta in uno di quei profondi dolori, per cui il labbro non ha conforto!
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Adelia
di Ulisse Barbieri
1867
pagine 26 |
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