Nelle tribune superiori, numerosi spettatori, fra i quali delle guardie nazionali, gridano a squarciagola: Viva Garibaldi.
La confusione è al colmo. I deputati in piedi e rivolti verso gli interruttori, intimano loro di tacere e di rispettare l'Assemblea.
Il giovane tribuno di Marsiglia continua a gesticolare e ad apostrofare i deputati con una veemenza crescente:
- Sì, dice egli, voi siete l'assemblea rurale! I rappresentanti dello smembramento della Francia! Voi tremate davanti a questa voce generosa!
- Viva Garibaldi! Gridano le duecento voci del centro.
- Silenzio ai perturbatori! rispondono i deputati irritati. Che si faccia sgomberare la tribuna colla forza.
Il tumulto diviene indescrivibile: in questo tempo Garibaldi sta sempre in piedi e silenzioso.
Il signor Benoist d'Azy, decano d'età ch'era uscito dalla sala, vi rientra vivamente col cappello in testa, e con una voce che domina un istante le grida:
- Si facciano sgombrare le tribune, esclama, e se occorre, si impieghi la forza!
Il generale Le Flo, che aveva lasciato il suo banco sino dal principio del tumulto, fa chiamare il comandante del battaglione della guardia nazionale, e gli dà l'ordine di far sgomberare le tribune.
Le guardie nazionali alle quali viene trasmesso l'ordine, obbediscono con premura, e ben tosto le tribune sono intieramente sgombrate. Non restano nella sala, che i rappresentanti ed il generale Garibaldi sempre in piedi.
Finalmente il generale abbandona la sala, e si dirige verso l'uscita dell'edifizio, accompagnato da alcuni militari in uniforme d'uffiziali d'ordinanza, Esquiros ed il generale Bordone.
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