«Ma lasciate che questa assemblea, dalla quale esco, duri più che sia possibile; è il mezzo più sicuro per screditare i partiti monarchici che essa rappresenta, e per sollecitare il ritorno della sovranità popolare.
Viva la repubblica una e indivisibile!
CAPITOLO III.
Ultime parole di Garibaldi in Francia.
Nello stesso giorno, il 13 febbraio, Garibaldi scriveva al presidente dell'assemblea nazionale:
«Come un ultimo dovere da rendersi alla causa della repubblica francese io sono venuto per dare il mio voto che depongo nelle vostre mani.
Rinuncio al mandato di deputato di cui fui onorato da diversi dipartimenti.
Vi salutoG. GARIBALDI».
«Ai dipartimenti che mi hanno fatto l'onore di eleggermi deputato dell'Assemblea costituente.»
«Io accetto il mandato di deputato per dare il mio voto alla repubblica.
Con questo ultimo dovere è compiuta la mia missione, ed io rimetto nelle vostre mani i poteri che mi avete delegati.
Sono con riconoscenzaVostro devotissimo
GARIBALDI.»
Cittadino ministro della guerra - BORDEAUX.
«Essendo stato onorato dal governo della difesa nazionale del comando dell'armata dei Vosgi e vedendo la mia missione finita, chiedo la mia dimissione.
G. GARIBALDI.»
Generale,
«Il ministro della guerra vi consegnerà la lettera colla quale vi diamo la vostra dimissione da comandante dell'armata dei Vosgi.
Accettando questa dimissione il governo ha il dovere di indirizzarvi a nome del paese i suoi ringraziamenti ed il suo rammarico.
La Francia non dimenticherà, generale, che voi avete gloriosamente combattuto coi vostri figli per la difesa del suo territorio e per la causa della repubblica.
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