Si seguita la verifica dei poteri, quando un deputato di destra sorge con impeto e si lagna perchè il giorno innanzi quando i rappresentanti uscivano dall'assemblea, Vittor Ugo aveva ricevuto dalla folla accalcata una clamorosa dimostrazione ed era stato salutato dal grido di: Viva la Repubblica.
Vuole che tali tumulti non si rinnovino e chiede la nomina immediata dei questori.
L'oratore parlando dei deputati di Parigi, dice che essi si sono macchiati nel sangue delle guerre civili e scongiura di fare in modo che la libertà delle discussioni non sia osteggiata.
Queste parole sollevano naturalmente vivi reclami per parte della sinistra liberale.
Il presidente legge frattanto una lettera del generale Faidherbe che rassegna il suo mandato.
Un deputato rinnova la sua domanda per la nomina immediata dei questori onde proteggere i deputati contro gli insulti del di fuori.
Un deputato della sinistra, dice che le grida di: Viva la Repubblica, non sono un insulto.
«Voi non siete giudici!... siete una fazione!...» rispondono molte voci.
Succede una terribile agitazione; si scambiano grida di Viva la Repubblica, emesse dalla sinistra, e di Viva la Francia!... emesse dalla destra.
Il dualismo non poteva essere più marcato.
La conclusione della seduta fu però la nomina di Thiers a capo del potere esecutivo della repubblica francese.
La formola adottata dall'assemblea per questo atto che affidava al dubbio repubblicanismo del signor Thiers le sorti della Francia eccola:
«L'assemblea nazionale, depositaria dell'autorità sovrana,
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