».
«Louis Blanc. Io ripeto che il suffragio universale medesimo nulla può contro la repubblica (nuovo movimento), perchè la generazione presente non può confiscare il diritto delle generazioni future (reclami a destra, approvazione a sinistra), perchè se il suffragio universale stabilisce una monarchia ereditaria, ciò che suppone l'immobilità, il suffragio universale si suiciderebbe e perderebbe, per questa stessa ragione, la sua ragione d'essere. La sovranità d'oggi distruggerebbe la sovranità di domani ciò che implica una contraddizione.
«Io dico dunque, che la repubblica non ha bisogno per esistere d'essere riconosciuta, perchè essa ha la sua ragione d'essere (Interruzioni)...
«Leopoldo Laval. Allora voi volete la repubblica di diritto divino; non è cosa che si possa accettare.
«Louis Blanc. Io ripeterò, terminando, con una parola di cui non voglio citare l'autore, perchè il suo nome è nella memoria di voi tutti: La Repubblica è come il sole. Cieco chi non la vede! (Applausi a sinistra, reclami a destra)».
A proposito della mozione Grévy-Dufaure, non omettiamo di dire, che il titolo di capo del potere esecutivo della Repubblica francese non fu lasciato passare senza difficoltà.
La parola Repubblica spiaceva a molti. 300 deputati desideravano che fosse eliminata. Nella seduta pubblica non apparve questo sentimento, ma nelle adunanze private le discussioni furono vivacissime. Il desiderio della concordia acchetò i monarchici.
Queste lotte succedevano nel seno dell'assemblea nazionale cui solo scopo doveva essere quello di volere ciò che voleva la Francia, ed aizzavasi così quella irritabilità che già serpeggiava minacciosa, allarmata dal dubbio che si volesse tentare il ripristinamento d'un ordine di cose che una grande maggioranza della Francia intelligente, e specialmente di Parigi, non voleva.
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