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      Erano questioni così mal a proposito messe in campo da lasciar pienamente scorgere come in quegli uomini non vi fosse nè cuore nè patriottismo, e come volessero servirsi del potere che loro fu fatalmente conferito, con un mezzo soltanto di appagare le loro ambizioni personali e sfogare i loro rancori, anteponendo una testardaggine stupida in un'idea, anzichè il vero benessere del paese.
      Thiers intanto lavorava a comporre il suo ministero:
      GIULIO FAVRES, Esteri.
      LUIGI RICARD, Interno.
      GIULIO DAFAUVRE, Giustizia.
      FELICE LOMBRECHT, Commercio.
      Generale LE FLÒ, Guerra.
      GIULIO SIMON, Istruzione.
      Ammiraglio POTRHAN, Marina.
      CARLO LARCY, Lavori pubblici.
      Di questi otto ministri, Favre, Ricard e Simon, erano i soli repubblicani - Lambrecht e Dafauvre non erano che orleanisti come Thiers.
      Dafauvre era fatto ministro di giustizia... quello stesso che fu ministro d'istruzione pubblica sotto Luigi Filippo nel 1840, dell'interno sotto Cavaignac dopo la rivoluzione 1849, e dell'interno sotto la presidenza di Luigi Napoleone.
      Larcy non è che un antico legittimista ed un moderno democratico, - uno di quei cinque deputati che fecero al conte di Chambord la famosa visita di Belgrave Ignare per la quale essendo stati vituperati nell'indirizzo della Camera al re Luigi Filippo, furono costretti a dare le loro dimissioni.
      Il ridicolo, questa terribile arma di demolizione, mordeva intanto sul suo elevato seggio il signor Thiers, che Rochefort nel suo nuovo giornale il Mot d'ordre chiama «il piccolo uomo che porta un soprabito grigio ed un paia d'occhiali per meglio nascondere i suoi progetti».


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Gli incendiari della Comune
di Ulisse Barbieri
Legros Felice Milano
1871 pagine 143

   





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