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      ... Invece di cercare una pace obbrobriosa che avrebbe portato per frutto la rivoluzione, ed aggiunta all'onta di una disfatta e a quella della capitolazione, l'onta della guerra civile che doveva chiudere l'infausta pagina di questa storia sanguinosa, si poteva non salvare la Francia, ma si poteva farla cadere avvolta in tanta grandezza da ricordare, rinnovandoli, gli eroismi della Sparta antica... Come Sparta, Parigi era il grande focolare da cui poteva partire la scintilla incendiatrice.
      Bisognava sfrenare qual tremendo vulcano. Il Louvre e le Tuileries che arsero contese da un popolo furente all'occupazione delle truppe di Versailles, potevano ardere monumento di sublime sagrificio e di indomito coraggio contese alle truppe prussiane!... Si poteva creare una grandezza là dove si è creato un delirio!... Il vandalismo che ha atterrati quei monumenti... che ha distrutta la colonna Vendome per distruggere tutto ciò che era l'espressione d'un passato, perchè quel passato era l'aspirazione degli uomini aborriti d'un governo di inetti e di reazionari!... poteva commutarsi in una virtù! Le lotte tremende ed eroiche di Neuilly, di Points du jours, di Montmartre, si trasformavano in un'epopea... La Francia oggi nulla nel suo governo; avvilita dal fratricidio!... che piange e si morde le mani nella convulsa disperazione del parossismo, poteva elevarsi dalle stesse rovine in cui oggi si è travolta, come uno di quei quadri innanzi alla cui grandiosità maestosa si sente la venerazione del rispetto e l'impeto dell'entusiasmo.


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Gli incendiari della Comune
di Ulisse Barbieri
Legros Felice Milano
1871 pagine 143

   





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