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      Thiers rispose essere impossibile che il budget sia proposto da altri che dal governo.
      Intanto i semi della discordia, fomentati dalle mene segrete della reazione, crescevano.
      Si tendeva a dividere Parigi dalla Francia, ed a sfrenare contro la capitale i rancori e le invidie della provincia che già covavano da lungo tempo contro questo grande centro dell'intelligenza che dominava la Francia.
      Parigi la si chiama un nido di rivoluzioni inquiete, e l'assemblea che vi si trovava a disagio occupata come era da ben diversi interessi personali che non fossero quelli che aveva giurato di mantener in faccia al paese, propose di stabilire il governo a Versaglia oppure a Fontainebleau.
      La provincia si associò tosto a questo insulto che si voleva fare alla metropoli su cui abilmente si faceva ricadere la colpa dei mali che afflissero la Francia.
      Si coprì di numerose firme di tutte le province francesi, una petizione diretta all'assemblea così concepita:
      «Dipartimento di... Comune di...
      «Considerando che è urgente di costituire un governo stabile,
      «Considerando che Parigi colle sue rivoluzioni periodiche, porta il maggior pregiudizio agli interessi della patria,
      «Gli elettori sottoscritti hanno l'onore di domandare ai loro rappresentanti che per lo innanzi la città di Parigi non sia più la capitale della Francia».
      La maggioranza dell'assemblea non chiedeva di meglio. Parigi la sorvegliava col suo sguardo diffidente; a Versaglia essa era libera di gettarsi in braccio alle sue aspirazioni reazionarie.


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Gli incendiari della Comune
di Ulisse Barbieri
Legros Felice Milano
1871 pagine 143

   





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