» Alla testa della colonna marciava un gruppo di soldati di linea, che vociavano, ridevano e guidavano quella colonna. Appena giunsero alla distanza di 20 a 30 passi dalle truppe di linea del boulevard Ornano, i soldati che erano alla testa delle guardie nazionali e che servivano loro come di riparo gridarono «Viva la Repubblica!». Questo sembrņ essere il segnale per tutte le truppe regolari di gettare in aria il calcio dei fucili, movimento al quale fu risposto da tutta la guardia nazionale con grida entusiastiche di Vive la ligne!
Per qualche istante non si vedevano che calci di fucile in aria e non si udivano che le grida di «Vive la ligne! Vive la Republique!» I soldati che si trovavano ai balconi ed alle finestre, e che erano stati posti colą per far fuoco sulle guardie nazionali, vennero gił invece, e le abbracciarono. Le donne spargevano lagrime di gioia e parlavano dei loro figli e fratelli che erano «sous le drapeau.» Vi furono allora abbracciamenti, strette di mano, baci e tutte quelle estreme dimostrazioni di fratellanza che erano un bisogno di quell'espansione. Gli ufficiali sembravano alquanto imbarazzati per quell'episodio, ma si comportavano con tutta la disinvoltura permessa dalle circostanze.
Frattanto, il comitato centrale aveva avuto il tempo di trasmettere degli ordini ai battaglioni fedeli. Uno o due erano gią arrivati sulla collina di Montmartre, quando il generale Vinoy fece marciare un'altra parte dei suoi soldati che ripeterono la stessa brillante manovra dei loro compagni.
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