Gli insorti, incoraggiati da questi successi, discesero per la via Houdon verso la piazza Pigalle, gridando al generale Vinoy ed ai suoi: «Rendetevi! Rendetevi!». Un capitano di gendarmeria ordinò il fuoco. Si tirò da una parte e dall'altra. Il capitano, colpito nel petto, cadde freddo col suo cavallo. Vi furono diversi feriti ed alcuni morti. I suoi gendarmi tenevano duro. Il resto delle truppe si sbandava. Il generale Vinoy fu obbligato a ritirarsi.
Alle nove e mezzo, la bandiera rossa sventolava vittoriosa sulla Butte Montmartre, ed i cittadini del luogo dividevano a pezzi tra loro il cavallo del capitano di gendarmeria.
CAPITOLO VI.
IL TRIONFO DELLA COMUNE.
Un movimento di reazione contro il governo rivoluzionario si andava pronunciando in una parte della popolazione parigina. Il signor Alfredo Bome, sarto, capitano della guardia nazionale, si fece contatore di questo movimento facendo per via d'avvisi un appello agli amici dell'ordine.
Alla mattina del 21 marzo, il comitato mandò per arrestarlo, ma il signor Bome s'era messo in salvo.
Verso l'una egli fece appendere una bandiera ad un albero, innanzi alla sua porta. Su quella bandiera stava scritto: Viva l'ordine!
In breve numerosi gruppi si formarono sul boulevard vicino alla porta del signor Bome. La bandiera fu staccata dall'albero.
Un soldato di linea la portava. Circa mille persone lo seguivano, ad ogni passo la folla si ingrossava. S'udivano le voci: Viva l'assemblea! Viva il Comitato! Viva l'ordine!
Si parlava, si ciarlava, tutto andava bene fino all'ingresso della piazza Vendôme, dove alcuni battaglioni di guardie nazionali dell'insurrezione impedirono loro il passo incrociando le baionette.
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