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      Verso le 5 una dozzina di cadaveri avvolti in coperte, e dei quali non si era potuto constatare l'identità, erano condotti alla Morgue. Dovunque passavano quei cadaveri, ogni capo si scopriva, ed ogni labbro faceasi muto. Il cuore soltanto palpitava di sinistri presentimenti.
      Chi aveva provocata quella prima strage?... Sempre!... Sempre questi vigliacchi satrapi!...
      Prima dell'alba del 23, i quartieri del centro, eccetto lo spazio compreso fra la piazza Vendôme e l'Hôtel de Ville, appartenevano alle guardie nazionali conservatrici. Esse non fecero alcun tentativo sulle due piazze cinte di barricate, irte di mitragliatrici e di cannoni. Dalla parte Nord, rimpetto la via della Pace, a pochi passi dagli avamposti del Comitato, fu stabilito un posto dagli amici dell'ordine. Le sentinelle nemiche si guardavano dai due marciapiedi. Il grand'Hôtel, occupato da un battaglione fedele all'assemblea, divenne come un centro di arruolamento. Borghesi, militari, allievi della scuola politecnica, cittadini d'ogni ordine andavano là, per mettere il loro braccio al servizio della causa dell'ordine. L'ammiraglio Saisset trasportò il suo quartier generale alla stazione di Saint-Lazare, per trovarsi in più rapida comunicazione con Versailles. Così stettero le cose fino al giorno 25: nel quale il vice-ammiraglio Saisset pubblicò questo proclama:
      «Investito del comando in capo delle guardie nazionali della Senna, e d'accordo coi signori sindaci di Parigi, eletti dal suffragio universale, io entro in funzioni a cominciare da oggi.


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Gli incendiari della Comune
di Ulisse Barbieri
Legros Felice Milano
1871 pagine 143

   





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