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      «Desiderate sapere se sono rimasto socialista. La vostra curiosità sopra questo punto deve essere ben grande poichè è la seconda volta che me lo chiedete pubblicamente.
      Permettete d'aggiungere che se ciò ignoravate, non lo è per colpa mia, poichè nelle mie lettere al Temps non ho mai trascurata una occasione per far conoscere le mie convinzioni politiche e sociali, ed ancora recentemente, spiegai, sviluppai, e difesi queste, in un libro pubblicato in Francia sotto il titolo La Rivoluzione di febbraio.
      È vero, dal momento che ritornai dall'esilio per rinchiudermi in Parigi assediata, i miei pensieri e la mia mente erano interamente occupati da ansietà grandissima pelle sventure della mia patria; ma quello che ero, quello sono. Al momento presente mi sento attirato con tanta forza quanto sempre, verso lo studio del problema da lungo tempo definito nei seguenti termini:
      Il miglioramento morale, intellettuale e fisico, nella condizione della classe più numerosa e più povera, mediante la cooperazione e gli sforzi, anzichè coll'antagonismo, e mediante associazione, anzichè con conflitto.
      Se riguardo ai mezzi pratici da impiegarsi per arrivare gradatamente alla soluzione di questo grande problema, venti anni d'osservazione e di studio sincero avessero modificato le mie idee, mi considererei obbligato dall'onore di dichiararlo. Questo dovere non lo ho. La ragione forse è che il modo erroneo fu preso per convincermi essendo le mie opinioni state poste in ridicolo e calunniate piuttosto che discusse.


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Gli incendiari della Comune
di Ulisse Barbieri
Legros Felice Milano
1871 pagine 143

   





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