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      Per l'universalizzamento della proprietà - se ciò significa qualche cosa - sembraci che non abbiasi dovuto intendere altro che l'abolizione del salario, e la partecipazione uguale dei produttori al prodotto. Ora, come oggi la produzione appartiene al capitale, il quale si redime della parte spettante altrui col pagamento di un salario, egli avverrebbe, che la proprietà si universalizzerebbe, se tutti coloro che concorrono a crearla vi avessero la loro debita parte.
      Non ho bisogno di aggiungere che alcuno non ha dato questa benevola spiegazione all'assioma scuro del programma, neppure i giornali favorevoli alla Comune. E la ragione è chiara.
      Questa ha bisogno adesso di tutte le forze quindi ha bisogno di accecarle tutte nell'indeterminato crepuscolo di un linguaggio, a cui domani si darà il senso che le circostanze detteranno. Ed è ciò appunto che i giornali nemici non le consentono, attribuendole i disegni i più sinistri.
      Più vivo è stato l'attacco a proposito del federalismo. Ma, su questo terreno, i lottatori si sono battuti nel buio. Bisogna intendersi però; dappoichè il federalismo non è solo all'ordine del giorno in Francia. Esso lo è in Italia, in Austria, in Spagna; e qui piglia le forme di ribellione, là di reazione, altrove di progresso e di libertà; in Austria resta monarchico; in Spagna e Francia assume divisa repubblicana; in Italia gli uni si accomoderebbero dei vecchi principi, gli altri vorrebbero la repubblica.
      Il rumore che fa questa parola gli è perchè si fa del federalismo l'antitesi e l'antipodo dell'unità.


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Gli incendiari della Comune
di Ulisse Barbieri
Legros Felice Milano
1871 pagine 143

   





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