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      La monarchico-clericale attinge questa tradizione di lontano. Essa la data da Luigi XI; la dice completata da Richelieu; incarnata in Luigi XIV, il quale la perfezionō fino a poter dire: Lo Stato sono io!
      La fazione giacobina attinge la tradizione all'89, quando la Francia degli Stati, delle caste, degli ordini fu livellata; quando gli Stati divennero dipartimenti; le caste e gli ordini divennero il popolo; il tutto fu addimandato Nazione. Non vi fu pių nč Piccardia, nč Normandia, nč Borgogna, nč Anjou, nč alcun'altra provincia; vi fu la Francia.
      Un lavoro di amalgamazione analogo avevano compiuto in Ispagna, coi regni Ferdinando ed Isabella, Carlo V e Filippo II.
      Cosa dimanda il federalismo rivoluzionario ne' due paesi?
      La demolizione dell'opera della monarchia. Dimandar il ritorno agli antichi ordini č desso un regresso? Gli č un dimandare il dislocamento della nazione? Nulla di ciō.
      I re di Lione, di Aragona, di Castiglia, di Navarra erano re spagnuoli, governavano un popolo spagnuolo, rappresentato con l'amplissima libertā dei fuoros e dalle Cortes.
      I sessantuno grandi feudi, sotto Ugo Capeto, che poi divennero le ottanta provincie, grandi e piccole, e pių tardi circa quaranta governi, grandi e piccoli, avevano capi, donni, amministratori, con larghi privilegi, ch'erano pure francesi, come francese era il popolo. Queste divisioni mobili, godenti di vecchie franchigie, erano al postutto divisioni amministrative, ordinate o rispettate dai re o dipendenti da loro come signori suzerrini, che non alteravano punto l'unitā nazionale, neppure con la ribellione di questo o di quel capo.


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Gli incendiari della Comune
di Ulisse Barbieri
Legros Felice Milano
1871 pagine 143

   





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