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      Passa, ma torna. A Parigi soccombe il diseredato, il proletario, che credette di battersi e morire per Issione, e combattè e morì per una nuvola. Ma col proletario parigino soccombe adesso il diseredato di tutta l'Europa. Ora, questo diseredato e questo proletario, a cui si lascia ancora una schedola di voto, a cui s'impone il fucile della coscrizione obbligatoria, a cui si sente la necessità di offrire un'istruzione gratuita, sono la maggioranza, e codesta maggioranza è costituita in un'associazione che chiamasi Internazionale, la quale non è sotto la mano dei figli di sant'Ignazio di Versailles.
      Lo saprete voi bentosto, voi italiani che credeste Roma essere Italia e non il mondo, che occupazione saprà trovare il signor Thiers a questo esercito che non ha patria, e questo proletario che non ha più officina. Non parliamone adesso. In politica, il sole corica spesso sulla tempesta, e l'alba si leva coronata di rose e rugiada.
      Alla quistione del giorno non vi è per ora che la Comune, e gli uomini che la compongono. Essi appartengono tutti all'Internazionale - tranne i quattro o cinque giornalisti che vi sono guizzati dentro - e coloro che per le dottrine dell'Internazionale soffersero condanne e prigionie. Eppure la sezione francese di quell'associazione non è più radicale!
      Quale sarà la loro parte?...
      Il più fortunato sarà colui che la deportazione ghermirà co' suoi artigli infernali e lo getterà a sparire sulle spiaggie mute e pestilenti dell'Africa. Il più attempato fra coloro ha 35 anni.


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Gli incendiari della Comune
di Ulisse Barbieri
Legros Felice Milano
1871 pagine 143

   





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