La costituzione della repubblica in Francia poi non interessa unicamente questa nazione, ma l'Europa.
Facciamo poco conto dei tentativi ibridi del partito che si avvisasse di iniziarla altresì in altri Stati d'Europa. Queste imitazioni ridicole non hanno prospettiva di successo, nè succedendo, probabilità di allignare. Le forme di Governo non si improvvisano. E quando s'improvvisano, senza una necessità inesorabile che le giustificano, senza una preparazione storica e sociale che le rende inevitabili e normali, l'edifizio si accascia e schiaccia gli architetti.
L'Europa ha altri interessi più serii a vedere nella repubblica consolidata in Francia.
Col regime repubblicano, la Francia cessa di esser clericale e cessa di esser una potenza formidabile.
Un uomo che palleggia 38 milioni di cittadini, ne illumina l'intelletto, ne regola la coscienza, ne ispira gli atti, ne fa muover il braccio a suo volere, detta loro la fede, la volontà, la legge, il destino, il moto, l'impulso, quest'uomo, signore d'un popolo della tempra del popolo francese, è la Nemesi dell'Europa, come la Nemesi della nazione che ne è posseduta.
Col regime repubblicano, questa forza terrificante non esiste.
Il prete, non avendo più un Cesare di cui divenir complice, servendolo e servendosene, non avendo più un Cesare che gli abbandona l'istruzione pubblica, la direzione della morale, la beneficienza di cui si fa uno strumento di servitù, l'educazione delle donne, la dittatura delle anime, il prete ridotto ad una semplice funzione nello Stato - quella del culto per i soli credenti sotto la sorveglianza della polizia - cessa di essere un pericolo per la libertà, un fattore di bruti, un elemento della tirannia, un veleno nazionale.
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