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      E non troverà più i suoi piccoli bronzi del Rinascimento italiano al loro posto; il libro ove aveva intercalato dei segni, nel suo scaffale; le carte, che aveva dettate, nei loro cartoni; l'autore che aveva annotato i documenti che aveva raccolti, il seggiolone ove la ispirazione veniva; quel grado di luce che filtrava propizio dalle persiane e dalle bandinelle; quell'atmosfera amica che lo carezzava da trentacinque anni; quelle care abitudini, quelle innocenti nenie proprie dei vecchi uomini di lettere; quella memoria locale delle cose che spiana ed allunga la vita; quell'aria amica, facile, sommessa, piaggiatrice, che pigliano gli oggetti che ci circondano da lungo tempo.
      È una nuova esistenza che s'impone a quel vecchio di 75 anni. Lo si attornia d'ignoto, e, che non ha più il tempo di ricominciare ad apprendere!
      E quante memorie profane perdute! Quanti secreti intimi violati! Quante reticenze svelate! Quale rivelazione della vita di un uomo di Stato gettata così ai quattro venti, lui vivente! Ah! non sono le pietre e le tegole della sua dimora scompigliata che desolano il signor Thiers; è lo stupro della sua anima. Il castigo è stato terribile. Egli passerà molte notti insonni a rivangarlo nel cuore.
      La pena psicologica applicata alla responsabilità politica non era stata mai più rudemente applicata e più profondamente sentita. Cicerone lagrimava la casa; Dante nella casa, la patria; il signor Thiers lagrimava il santuario della sua coscienza gualcito, la sua vita intima sconvolta e messa in ruina.


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Gli incendiari della Comune
di Ulisse Barbieri
Legros Felice Milano
1871 pagine 143

   





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