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      La patria e la casa a quell'età sono l'anima, la memoria, il sentimento; le cose acquistano una emanazione spirituale.
      Il gabinetto ov'era stata tessuta con tanta compiacenza la leggenda di Bonaparte sprofondava all'ora stessa che l'uomo di bronzo di quella leggenda precipitava dagli spazi dell'aria, di dove dominava ancora Parigi come il vortice di un parafulmine. Coincidenza terribile di quella giustizia misteriosa che emana dagli avvenimenti e flotteggia nell'atmosfera morale fino all'ora in cui si abbatte sopra altri avvenimenti e dà loro un senso!
      Napoleone si era appropriata la colonna Vendôme mettendovi su la sua statua, come si era appropriato il Codice mettendovi il suo nome. Ma questa era l'opera della Costituente e della Convenzione, quella il risultato di milledugento cannoni di bronzo strappati al nemico nelle guerre della rivoluzione come in quelle del consolato e dell'impero.
      Fra quei cannoni vi erano quelli che nel 29 Custine aveva carpiti a Spira, a Worme, a Magonza, a Francoforte; Montesquieu, a Chambery; Anselme a Nizza ed a Villafranca. Vi erano i cannoni che nel 93 Dumouriez aveva presi agli Austriaci nelle ridotte dei poggi di Jemmapes, nelle fortificazioni di Mons, d'Anvers, a Brusselles, ed Acquisgrana ed in altre contrade, ove gli eserciti della repubblica, sulla mozione di Cambon, importavano la dottrina della sovranità del popolo ed i diritti dell'uomo, e, sulla mozione di Lasource e di Clootz, portavano le depredazioni le più volenti, per il principio che la guerra nudrisce la guerra.


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Gli incendiari della Comune
di Ulisse Barbieri
Legros Felice Milano
1871 pagine 143

   





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