.. ecco la società che Napoleone impastò col sangue e col fango della rivoluzione, togliendone il lievito divino del diritto, della giustizia e della libertà.
Egli era stato, di passo in passo, Gracco, Clodio, Catilina, Silla, Augusto; impresso al mondo nuovo che regolò questi germi e questi stigmati. E da sessant'anni la Francia rotola nel circolo.
Le vicende, il successo, le vittorie, lo infortunio, tutte le antitesi, tutti gli elementi di sole e di tenebre che concorsero a comporre la leggenda napoleonica, la rendono imperitura nell'anima e nella coscienza della Francia; e la Comune, che ha decretato l'abbattimento della colonna Vendôme, aggiunge la cresima di questa esecuzione alle aurore ed ai colpi del fato che accompagnarono l'aquila côrsa.
Si è gittata nel fondo della Senna la statua del 1833, rilegata nel 1863 a Courbevoie; si è rovesciata la colonna; ma l'arco della Stella? ma i libri del signor Thiers? ma la cupola degl'Invalidi? ma le canzoni di Bêranger e le odi di Victor Hugo? ma la tradizione che fluisce inesorabile nelle notti d'inverno intorno ai fuochi dei casolari, e si tramanda da padre a figlio, come un dì i canti d'Omero, quelli del Niebelungen, quelli del Ramayana?... Chi sbarbicherà ciò con un decreto o con una mina, con il patibolo o con il martello?
E poichè si è in via di proscrivere i monumenti, che cosa fanno lì l'arco della porta Saint Denis, la statua di Enrico IV sul ponte Nuovo, la statua di Luigi XIV nella piazza della Vittoria, le stesse Tuileries?
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