Fra gli incendi ed i cadaveri dei cittadini, hanno il tempo di pensare allo spettacolo del trionfo!
Sì, fra i cadaveri dei concittadini: imperciocchè essi fanno una parte all'elemento straniero della rivoluzione parigina. Ma i fatti sono fatti. Chi combatteva in numero mille e mille volte maggiore, era la guardia nazionale, erano i franchi-tiratori di Parigi; e combattevano non per un giorno, ma per oltre due mesi, contro un esercito fornito di tutto dinanzi al fuoco terribile delle mitragliatrici, e così accanitamente che senza il soccorso indiretto prestato dai tedeschi, i quali tagliarono la strada del nord, forse la lotta non sarebbe ancora finita.
Strano spettacolo! I giornali bonapartisti tentando di giovarsi d'ogni incidente per una restaurazione, sono i più acerrimi contro i comunisti - e non ricordano come essi abbiano recati danni alla Francia ben superiori a quelli della intiera distruzione di Parigi, abbandonando le popolazioni allo straniero, perdendo ricchissimi territori, gravando le spese di cinque miliardi, perpetuando l'occupazione prussiana. I vincitori, che oggi alzano il capo superbo, a Sédan ed a Metz preferirono cedere con disonore le armi al nemico anzichè con onore morire - ed i vinti anche, nella scellerata loro brutalità manifestano quanta energia ci fosse nel popolo di Francia se non l'avessero tradito. L'assemblea di Versailles non pensa che alle vendette, non vuole che la distruzione, e non sente, come ben osserva l'Opinione, essere su lei, sulla sua durezza inaccessibile ad ogni componimento, sulla sua condotta reazionaria che ricade la colpa della insurrezione scoppiata a Parigi.
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