E certo tutte queste contraddizioni ed altre che si potrebbero rilevare, non scusano gli orrori cui si assiste. Ma dopo aver manifestata l'indignazione che l'animo prova, dopo aver con tutta la forza condannati delitti che nessun tempo perdona, dopo aver ascoltata la voce dell'umanità, è dover del pubblicista indipendente di far sentire anche quella della ragione che la completa.
La resistenza di Parigi ispiravasi a grandi principii. I mezzi adoperati per sostenerli erano cattivi, gli uomini che li proclamavano non avevano autorità da farli rispettare. Questi uomini sono ormai passati, questi mezzi hanno fatto la loro prova; ma quei principii restano, e gli errori stessi, le colpe degli amici e degli avversari, come lo sfregamento villano su caratteri di bronzo, li resero più chiari più tersi.
Ci piace confermarlo col seguente brano dell'Opinione uno dei giornali del partito moderato che abbia finora meglio giudicata la situazione in Francia e quello certamente che meno può esser sospetto.
«Non si deve credere, dice l'officioso periodico fiorentino, che Parigi sia del tutto isolata. Se il duello fosse stato ristretto assolutamente tra la Francia e la sua capitale, non sarebbe durato così a lungo. Noi vediamo dallo stesso ultimo tentativo dei delegati di Lione quanto la causa di Parigi trova fautori nelle altre principali città, ed è possibile, contro le tendenze dei più importanti centri della ricchezza; il sapere, e quindi una gran parte della forza della nazione, è impossibile immaginarsi che le tendenze retrive dell'Assemblea possano avere libero e tranquillo il loro corso!
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