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È dunque la guerra civile in permanenza ciò che può aspettarsi la Francia se l'Assemblea di Versailles, conchiusa la pace con cui fu nominata, non discioglie. Imperciocchè è impossibile che la Francia intelligente rinunci a quei principii con cui combatteva Parigi; la forma di governo repubblicano colla quale meglio d'ogni altra darà all'Europa guarentigie di pace; la libertà comunale che stabilirà l'ordine all'interno; e lo studio della grande questione sociale che dovrà conciliar i diritti del capitale con quelli del lavoro.
Però questi principii li giudicheremo un'altro giorno; oggi non dobbiamo che condannare gli orrori di Parigi.
La tremenda pagina intanto si compie e non manca di nessuno di quegli episodi che la mente non arriverebbe ad immaginare in tutta la loro truce realtà.
Padroni del Pantheon gli insorti aveano stabilite sotto il portico del tempio le loro batterie, pronti a saltare in aria col monumentale colosso di cui ne avevano fatto una barricata.
Parigi non era che un immenso braciere in mezzo a cui si agitano gli insorti ed i soldati dell'ordine.
Ad ogni punto dell'orizzonte, gli incendi innalzano verso il cielo colonne di fumo nerastro; di tanto in tanto, una nube biancastra indica una esplosione di polveriera, di un deposito di munizioni, di qualche piccola mina ignorata.
Una volta preso un edificio convien perquisire le cantine ed esplorare i punti segreti. Quello che accade in ogni parte di Parigi può far temere di tutto.
La facciata del ministero degli affari esteri, verso il quai, è mutilata dalle granate; a Corpo Legislativo, col suo portico classico, alcuni enormi capitelli furono portati via dai proiettili di Montmartre; anche la facciata della Maddalena è danneggiata.
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