Per la porta di Versailles, alle quattro del mattino del 22 i soldati entrarono senza bruciare una cartuccia. Il battaglione di federali che la teneva si ritirò al primo segnale di tromba che gl'intimò la resa dall'altra banda. Il capo di battaglione, di cui non mi ricordo il nome, fe' sonare la ritirata malgrado le rimostranze di qualcuno dei suoi uomini, e, mettendosi alla testa, dette l'ordine di abbandonare il posto. I federali videro in quest'ordine un tradimento e, gridando ad una voce: Nous sommes vendus! si ripiegarono in disordine e ripararono nel loro quartiere.
Alla porta del Point-du-Jour vi fu un simulacro di resistenza. Ma dopo pochi colpi scambiati, il capo di battaglione gridò: Siamo girati, si salvi chi può!
E dette il primo l'esempio.
Alcuni individui, senza capi, provarono di tenere la barricata. Ma coperti da un nugolo di obici, attaccati dal cannone, avendo appreso che i versagliesi erano di già entrati, si ritirarono all'Ecole Militaire.
Alla Muette, la lotta fu più seria e si prolungò fino alle ore pomeridiane.
Non so nulla ancora di ciò che avvenne a Saint-Ouen.
Dalle tre porte precedenti, battaglione dietro battaglione, reggimento dietro reggimento e brigata seguendo brigata, entrarono il 22 maggio circa quaranta mila uomini.
Alle 9 del mattino essi avevano occupato, senza resistenza, la stazione della ferrovia di Versailles, a Montparnasse, la caserma della strada di Babilonia, lo stabilimento de l'Ecole de l'État major, nella strada di Grenelle e gli Invalidi.
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