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      Il Picchiasodo era per dirgli dell'altro in quella medesima chiave; ma messer Pietro, più accorto, indovinò il profitto che si poteva ritrarre da quelle mezze parole dell'oste, e vogò destramente sul remo al compagno.
      - E chi aspetta, di grazia? - domandò egli a mastro Bernardo. - Ne hai già imbroccata una, dicendo che siamo venuti per fare una sorpresa al tuo nobilissimo signore; vediamo dunque; indovina quest'altra!
      - Ma.... - disse l'ostiere, gonfiandosi a quella lode (e se avesse avuto un cencio di coda, si sarebbe provato a fare la ruota) - si parla in paese d'un certo matrimonio....
      - E di chi? Va innanzi! - prosegui messer Pietro, ugnendogli le carrucole.
      - Eh, meglio di me lo saprete voi, magnifico messere. Io non lo conosco, ma dicono sia un uomo d'assai, che ha terra e castella ed ogni ben di Dio, là dalle parti di Torino....
      - E la sposa? Che ne dici tu?
      - Madonna Nicolosina? Ah, quella è un occhio di sole.... un bottoncino di rosa!... Diecisette anni, messere, diecisette anni a san Nicola, che casca tra dieci dì, salvo errore, ed è già una meraviglia di bellezza, che vengono già da tutte le parti, solo per vederla a passare per via. E buona, per giunta, come il pane, e costumata, poi, e dotta, che nemmanco il parroco di san Biagio ne sa quanto lei. Insomma, una perla, messere, una perla, come madonna Bannina, sua madre, che Iddio conservi lungamente alla casa dei nostri signori.
      - Godo che un suo vassallo me la lodi così! - esclamò messer Pietro, con aria tra umile e contenta.


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Castel Gavone
Storia del secolo 15.
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano
1875 pagine 304

   





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