Epperò, mentre questi, vedutolo entrare in cucina, si muoveva ansioso verso di lui, quel vanaglorioso d'un oste gli fece a mala pena di berretta.
- Ve ne prego messer Giacomino, spicciatevi; - soggiunse egli tosto, dopo quell'atto un po' sbrigativo; - ho da offrire il bicchier della staffa a due cavalieri.
- Erano da te! - sclamò il Bardineto. - Ed io che li cerco da un'ora!....
- Eh, eh, capisco; - ripigliò mastro Bernardo, con aria di chi sa e vuol lasciarsi scorgere; - il nostro magnifico Marchese li aspetterà.
- Se li aspetterà! Lo credo io! Sono annunciati certamente da due ore. Io era appunto in volta verso Calvisio,... A mala pena arrivato stanotte!...
- A proposito, siete stato in viaggio....
- E lungo; e ho avuto appena il tempo di far la mia relazione al Marchese, ch'egli mi ha mandato fino a Pia per vedere la nuova compagnia di balestrieri che ha presa in condotta testè. Ero salito a Calvisio per dare un'occhiata alla guardia; torno al passo della fiumana e mi dicono che due cavalieri sono discesi verso Castelfranco, avviati pel Borgo. Mi metto sulle loro pedate e non li trovo; alla porta di San Biagio nessuno li ha visti. Rifò la strada, piglio lingua, e sento che si erano fermati all'Altino. Che è ciò? A due passi dal borgo, perchè smontano essi da te?
- Eh, l'ho detto ancor io; perchè smontare da me? Ma che volete, messer Giacomino? Avran veduto l'insegna: Fermatavi all'Altino, c'è buona l'accoglienza e meglio il vino. E l'han trovato buono, credetemi, quantunque non l'abbiate mai assaggiato.
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Castel Gavone
Storia del secolo 15.
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano 1875
pagine 304 |
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