- Tommaso! - esclamò egli. - Sei tu?
- Io, non altri, perdiana! E tu probabilmente sei Giacomo Pico, marchese di Bardineto, e d'altre castella nel paese dei sogni?
- Sì, canzonami, lingua tabana! Così foss'io marchese, o conte, da senno:
- Eh, eh! - soggiunse l'altro ridendo. - Sulla strada ci sei. Co' marchesi e coi conti ci bazzichi la tua parte, e saprai che chi va col lupo.... A proposito di lupi, io ti facevo ancora di là dai monti.
- Son tornato stamane.
- Con che aria lo dici! e con che sospirone di rincalzo! - esclamò Tommaso, tirandosi indietro in atto di meraviglia.
Il Bardineto, che già s'era padroneggiato oltre le forze, si lasciò cadere sulla sporgenza d'un masso che ingombrava mezza la strada, e si nascose il volto tra le palme, tentando di soffocare un singhiozzo.
- Tommaso mio, - gridò egli, - così non fossi tornato! -
L'amico stette immobile un tratto a guardarlo; quindi posò l'archibugio e andò a sederglisi gravemente da lato.
- Ah, ah! c'è del grosso in aria!.... - diss'egli. - Giacomo, vuoi tu dirmi che hai? ma chetati, perdiana! Non sei più un bambino da latte. Lascia pianger le donne, che piangono spesso, perchè piangono bene.
- Tu ridi! - notò amaramente il Bardineto crollando il capo e traendo un altro sospiro dal profondo del petto.
- Ma sì, rido; - rispose quell'altro, scaldandosi; - rido, come ha sempre riso Tommaso Sangonetto, e come riderà fino all'ultimo, perchè niente c'è al mondo che meriti d'esser pigliato sul sodo. E riderò di te, fino a tanto non m'avrai dimostrato.
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Castel Gavone
Storia del secolo 15.
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano 1875
pagine 304 |
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