Mia moglie è zia della Gilda.... e per la Gilda non ci sono segreti. Vi giuro, messere, e voi ci potreste mettere la mano sul fuoco, che la fanciulla pensa a messer Giacomino, com'io a farmi frate, e le son tutte fisime che s'è messe in capo costui.
- Tu mi consoli; - rispose gravemente il Picchiasodo; - perchè infine, dico io, quando si prende moglie, bisogna avere un occhio al cane e l'altro alla macchia. Menar donna non gli è mica come a fallar la strada, che c'è sempre il rimedio di tornarsene indietro; una volta fatto il pateracchio, addio fave! chi le ha, son sue. Or dunque tu credi che madonna Nicolina.... come la chiami?
- Nicolosina, messere.
- Tu credi adunque che madonna Nicolosina non lo veda di buon occhio?
- Ma neanco per prossimo, starei per dire. Una savia e costumata fanciulla, che quel che vuole suo padre vuol lei! E poi, come supporre che una donnina a modo, e della sua levatura, si fosse invaghita di quel tanghero?
- Eh, quanto a ciò, se ne son viste tante, e il conte di Cascherano non sarebbe il primo.... Ma vedi il tuo messer Giacomino, come s'è invelenito! S'affanna per la gloria, il poverino! E se, per caso, le busca....
- Chi le ha, son sue! - sentenziò mastro Bernardo.
- Ah, bravo, tu mi fai l'eco! - ripigliò il Picchiasodo. - Ma guarda; le ha tocche davvero e son sue, questa volta. -
Queste ultime parole del vecchio soldato avranno detto al lettore che Giacomo Pico, dopo essersi lungamente e inutilmente affaticato per ferire il suo avversario, toccava egli invece una botta.
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Castel Gavone
Storia del secolo 15.
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano 1875
pagine 304 |
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