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      Il Finaro, nel 976, per investitura di Ottone I, appartenne al marchese Aleramo; i cui discendenti, chiamati Del Carretto, lo ebbero e lo signoreggiarono, confuso con altre terre sotto il nome di marca savonese, fino al 1268; nel qual tempo, per la spartizione avvenuta fra i tre figli di Giacomo, toccò ad Antonio Del Carretto, da cui ebbe principio il ramo dei terzieri del Finaro.
      Costoro, come ho detto più sopra, posero sede nel castello Gavone, a cavaliere del Borgo, e comandavano di là su tredici villate, che tutte dovevano concorrere all'incremento del capoluogo. Tra esse la Marina, come più prossima, aveva le molestie più gravi. I marchesi mettevano grosse multe a chi ardisse riparar case e murarne di nuove colà; ai forestieri intanto concedeano privilegi, esenzioni ed ogni maniera larghezze, purchè mettessero dimora nel Borgo. Donde appariva manifesto il timore di que' castellani, che la gente non avesse a dilungarsi di troppo dalla loro vigilanza, e l'intento di cansare la sorte toccata ai loro consanguinei della marca di Savona, che questa nobil città e la fortissima terra di Noli avevano sullo scorcio del XII secolo malamente perdute. Già, popolo marinaro, popolo libero; la tirannia non attecchisce sulle spiagge; però non si sta molto ad ottenere consoli proprii e franchigie, in cui maturare ordini di libertà popolana. Ora, questo pericolo miravano a stornare i discendenti d'Antonio, tirando al Borgo il grosso dei vassalli e afforzando sempre più il castello sovrastante.


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Castel Gavone
Storia del secolo 15.
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano
1875 pagine 304

   





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