Egli è tuttavia da soggiungere, a lode delle donne, che esse, pigliato il primo, non ne pigliano più altri; li fanno pigliare.
Ciò posto in chiaro, si capirà come la Gilda fosse dolente per l'annunzio recato dal Sangonetto e come dovessero parerle sconvenevoli le digressioni da lui fatte per utile proprio. E non ne diciamo più altro.
Udita la Gilda, il marchese Galeotto volle vedere il messaggiero, che fu subito introdotto e raccontò, s'intende, l'accaduto a suo modo. Giacomo Pico era andato con esso lui a diporto sulla Caprazoppa. Scesi all'Altino, avevano udito di due cavalieri, che, prima di salire al castello, s'erano intrattenuti a curiosare per via e a pigliar lingua dei luoghi. Cotesto aveva insospettito il Bardineto; ambedue avevano fiutato i genovesi e s'erano messi sulle orme loro. Nel risalire alla volta del Borgo li avevano incontrati, ma già sul ritorno, e lì, una parola ne tira un'altra (il Sangonetto non ricordava più come), erano venuti alle grosse. Pico aveva la spada a sfidò a duello il Fregoso. Egli, Sangonetto, non l'aveva, e non potè essere che testimone al combattimento, che era finito colla peggio del suo povero amico.
- Fu un colpo disgraziato! - diceva il prode Tommaso. - Ed io non ho potuto ricattarmi sul compagno del Fregoso, perchè non avevo meco che questo coltello da caccia.
- Bravi giovani! - sclamò il dabben gentiluomo. - Ma dimmi, è così grave la ferita, che il nostro Pico non possa muoversi dall'Altino?
- Oh, non dico questo, magnifico messere; su d'una lettiga si potrà sicuramente portarlo via di laggiù.
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Castel Gavone
Storia del secolo 15.
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano 1875
pagine 304 |
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