E questi dovevano essere i più numerosi e più certi nel campo.
Invero, non si poteva a que' tempi far troppo assegnamento sulle forze comandate, e questo non già per manco di prodezza nei combattenti, bensì per la poca e varia durata del loro servizio. Comuni e feudatarii non usavano imporlo che per breve stagione, talvolta di trenta dì, come nel caso citato degli Spinola, tal altra di quaranta; spirato il qual termine, le milizie in tal guisa raccolte lasciavano a mezzo l'impresa meglio avviata e si sbandavano tosto. Bene per moneta, o grazia speciale, si consentiva al comandante un servizio più lungo; ma questo per privati accordi dovea stipularsi; ad ogni modo, egli non era da farci a fidanza. Perciò, in ogni impresa, occorreva ai comuni ed ai principi aver gente in altra maniera, e, a dirla in poche parole, pigliar mercenarii in condotta.
Il nome solo di mercenarii è un doloroso ricordo per noi italiani. In quelle soldatesche vaganti era la forza, e la loro prevalenza nelle guerre del medio evo ci spiega come fosse possibile lo imperversare di tante fazioni e il soverchiare di tante tirannidi. Piccoli comuni inghiottiti dai grandi; questi oppressi dalla violenza di un solo, o lacerati dalle gare di molti; discordie tirate innanzi fino alla calata di un più possente nemico, che aggravi la sua mano di ferro sulla contesa città; vicarii d'Impero e vicarii di Chiesa, con tradimenti e raggiri, fatti padroni di vaste provincie, incautamente preparate a stimolare la cupidigia di stranieri monarchi; questo ed altro hanno procacciato i mercenarii all'Italia.
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Castel Gavone
Storia del secolo 15.
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano 1875
pagine 304 |
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Spinola Impero Chiesa Italia
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