Le prime bandiere giunsero in vista del Finaro il giorno che era stato indicato, cioč a dire il 5 del mese di dicembre. Le vedette collocate dal marchese al passo delle Magne, si ritrassero a Verzi e di lą fino al Calvisio, per dare avviso dell'approssimarsi del nemico. Galeotto aspettava il Fregoso al passo di Val Pia, per sbarattare le prime compagnie che si fossero perigliate laggił. Ma messer Pietro non avea fretta di calare nella valle; per quattro giorni intieri stette sul poggio di Castiglione, aspettando l'arrivo di tutta la sua gente; e frattanto gli artefici, per suo comando, prendevano a far bastita in quel luogo.
Dicevasi bastita, o battifolle, quell'edifizio che un esercito innalzava in prossimitą del nemico, per comandare un passo contrastato, o una cittą assediata, ed era alcun che di simile al vallo degli antichi romani e al campo trincierato degli eserciti moderni. Facevasi di legno e di pietre, munivasi di steccato, di scarpa e di fosso tanto pił profondo quanto pił era consentito dal tempo e richiesto dalla poca eminenza dei luoghi. Colą dentro riparava l'esercito con tutte le sue salmerie ed ingegni di guerra, cosģ per custodirsi da un colpo disperato del nemico ed aver tempo a mettersi in arme, come per tornarvi a rifugio e riordinarsi nel caso d'una sconfitta.
Messer Pietro era uomo avveduto e non gli accadeva mai di badare ad un negozio, che non ponesse mente in pari tempo a tutte quelle cose che potevano aiutarne il buon esito. La sua bastita non appariva una delle solite a farsi in somiglianti occasioni; capace era e fortissima, con quattro torri sugli angoli, come se anche di lą dond'era venuto temesse egli un assalto.
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Castel Gavone
Storia del secolo 15.
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano 1875
pagine 304 |
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