- Or viene la volta di castel Gavone. -
L'incontro di Antonio col marchese Galeotto alle porte del Borgo fu commovente. Antonio, triste e raumiliato, quasi non ardiva alzar gli occhi a guardare il cugino; ma Galeotto gli andò incontro con piglio amorevole, lo abbracciò e di altro non ebbe cura che di confortarne lo spirito.
- Di che vi accorate, cugino, quando io trovo nella vostra difesa argomento a sperar bene del futuro? La resistenza di Castelfranco ci ha fatto guadagnare un mese di tempo. La lega dei nostri congiunti ha avuto agio a raccogliere gli aiuti, che mi si annunzia esser pronti a Garessio. Anche di Francia ne aspetto. Noi qui possiamo tener saldo un anno, e in un anno molte cose possono accadere a Genova e altrove. -
Le parole di Galeotto furono molto lodate, come quelle che facevano testimonianza d'animo grande e in pari tempo avveduto.
A rinfrancare vieppiù lo spirito de' suoi, quella medesima notte egli fece dal Borgo una vigorosa sortita generale. Antonio gli aveva detto non esser gran gente nella vallata, e Galeotto ne approfittò. Ributtate le prime schiere genovesi, piombò sulla Marina prima che il nemico avesse potuto raccapezzarsi, e fu tale la furia, che egli pervenne senza contrasto alla riva del mare, dov'erano tirate in secco alcune feluche e fregate corriere. Tosto i soldati vi balzano dentro a farvi bottino, e per fermo v'appiccavano il fuoco, se l'impresa non portava via troppo tempo; indi, con larga preda e buon numero di prigioni, se ne tornano indietro.
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Castel Gavone
Storia del secolo 15.
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano 1875
pagine 304 |
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