Del resto il capitano Bonifazio aveva appoggiata la salmeria con una forte dimostrazione delle sue schiere, la quale valse a sviare l'attenzione del nemico, mentre il convoglio, protetto da un pugno di animosi cavalieri, giungeva a riparo sotto le mura del Borgo.
Qualche tempo addietro, il Borgo era stato miracolosamente vettovagliato dalla parte del mare. Onorato Lascari, conte di Ventimiglia e di Tenda, desideroso di venire in aiuto al suocero Galeotto, avea comperato una gran quantità di frumento in Arles, e da Marsiglia su tre galere la condusse al Finaro. Lo sbarco era avvenuto felicemente il 24 giugno; donde al popolo parve di dover arguire una grazia particolare di san Giovanni Battista. I genovesi, per contro, che ci avevano nel loro Duomo le ceneri del santo e non potevano fargli il torto di credere che egli potesse sconoscere a quel modo gli obblighi dell'ospitalità, attribuirono la fortuna dei loro nemici ad un gagliardo vento di libeccio che non avea consentito alla Grimalda e alla Scarabina (due loro galee mandate ad impedire lo sbarco) di svoltare in tempo il capo di Noli. Chi avesse ragione non so; lascio la quistione in sospeso e tiro di lungo.
Seguirono per tutto l'autunno fazioni di poco rilievo; quella, tra l'altre, di Bonifazio Castagnola, che pigliò Calizzano e fe' dire alla gente che, non potendo il cavallo, s'era dato a picchiare la sella. L'esercito genovese, scemato di alcune compagnie mercenarie, s'era accresciuto di certe altre ed avea preso in condotta Gaspare di Monte Brianzo e il famoso Pietro Torello, capitano lombardo, con cento e cinquanta cavalli.
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Castel Gavone
Storia del secolo 15.
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano 1875
pagine 304 |
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