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      Ora qual colpo si meditasse, e qual fosse il nemico di cui si patteggiava l'uccisione, bisognava cercare; quanto al disegno e ai patti fermati e alla imminenza del pericolo, non ci cascava pił dubbio.
      A cosiffatte notule, che lasciamo immaginare ai lettori come le tornassero dolorose, la Gilda non seppe pił che rispondere. I commenti che v'aggiungeva lo zio, commenti crudeli che le andavano come tante pugnalate al cuore, rischiaravano a' suoi occhi un triste vero che da lunga pezza ella sospettava, e che, paurosa o magnanima, non aveva voluto vedere, accagionando del dubbio la sua gelosia irrequieta. Giacomo Pico aveva sguainato la spada contro il Fregoso, credendo di averla a dire col conte di Osasco. Il fatto e l'errore erano ricordati in buon punto da mastro Bernardo. Il marito di Nicolosina del Carretto era dunque il nemico di cui si chiedeva la morte. E la rabbia contro un fortunato rivale, e il rancore contro una superba che lo avea dispregiato, erano dunque le cagioni del tradimento di Giacomo?
      Questo pensava la Gilda, e lo sdegno le traluceva dagli occhi, le usciva in rotte parole dal labbro. Mastro Bernardo, che pure l'aveva a morte col Bardineto, non intendeva perchč la sua cara nipote ci si riscaldasse poi tanto.
      - Orvia, chčtati, figliuola; non mi far pentire di averti detto ogni cosa. Sono un chiacchierone; ma gią, chi l'ha nell'ossa, lo porta alla fossa. Avrei dovuto andarmene difilato dal magnifico nostro marchese, ed eccomi invece a dar molestia a te, che poverina, non ci hai nulla a vedere.


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Castel Gavone
Storia del secolo 15.
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano
1875 pagine 304

   





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