Amo io quella donna, o l'odio? Non lo so. Eppure, ella ha da esser mia. È una rabbia in me, una feroce voluttà di vendetta. Sono un traditore per lei, mi capite? un traditore. Voi non potreste dirmi cosa che io già non abbia detto a me stesso. Traditore ed infame. A lei la colpa, a lei la pena di ciò! Dove è dessa? dove l'avete nascosta?
- Non la cercate; - rispose Gilda, con un filo di voce.
- Per l'anima tua, disgraziata, dimmi dov'è? Voglio saperlo, m'intendi?
- Non lo saprete.... dal mio labbro.... mai! Vi basti di avermi trovato qui, in vece sua, per salvarla da voi.
- Ah sì! Diffatti, perchè sei tu qui? e se tu sei qui nella sua camera, - proseguì egli, illuminato da un improvviso raggio di luce, - perchè non sarebbe ella andata a nascondersi nella tua?
- Ah! - sclamò ella, balzando in piedi e guardandolo in volto con occhi atterriti.
- Sta bene! - disse Giacomo Pico. - La tua paura ti tradisce. Essa è là. Ed ora, vedremo se ella mi sfugge. -
Così dicendo, Giacomo Pico andò verso l'uscio. Ma la Gilda, ritrovò in un subito le forze smarrite.
- Voi non uscirete di qui! - gridò ella con piglio risoluto.
E veloce come la folgore, corse all'uscio, lo chiuse, trasse la chiave, e, innanzi ch'egli avesse avuto tempo a raccappezzarsi, andò a gittarla sotto un forziere, che stava in un angolo della camera.
L'arnese era di gran mole e appariva eziandio di tal peso da non potersi smuovere così agevolmente; inoltre, la Gilda si era aggravata colla persona contro la sponda del forziere, e, chiuse le mani intorno agli spigoli, mostrava negli atti e nello sguardo scintillante di esser pronta a resistere con ogni sua possa.
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Castel Gavone
Storia del secolo 15.
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano 1875
pagine 304 |
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