VI. Nel quale si vede come san Giorgio, invocato da due parti, non sapesse a cui porgere orecchioVII. Come, Giacomo Pico parlasse a madonna Nicolosina e qual risposta ne avesse
VIII. Dove si vede che non arriva sempre tardi chi arriva dopoIX. Qui si racconta di un nibbio, che rincorrendo una colomba s'abbattè in una tortora
X. Nel quale si parrà l'accortezza del narratore, per annoiare il meno possibile i suoi benigni lettoriXI. Dove è detto del Maso, ragazzo, come cangiasse stato e quante volte padrone
XII. Nel quale si dimostra l'ingratitudine d'un ventre satolloXIII. Del giro che fece un segreto prima di uscire ad utile di qualcheduno
XIV. Dove si vede che la notte non è sempre fatta per dormireXV. Qui si racconta delle valentie di due sozi, i quali non erano Teseo e Piritoo
XVI. Nel quale si narra come la signora Ninetta al disonore preferisse la morteXVII. Che è il più breve, e parrà anche, per virtù del commiato, il più bello di tutti
NOTE:
(1) Nell'originale "Bardinetto". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]
(2) Nell'originale "ciliega". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]
(3) Nell'originale "Dal". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]
(4) Nell'originale "digiunto". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]
(5) Nell'originale "Me". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]
(6) Nell'originale "difensore". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]
(7) Nell'originale "Galeottto". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]
(8) Nell'originale "francamento". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]
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Castel Gavone
Storia del secolo 15.
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano 1875
pagine 304 |
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