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      Era un Garibaldi, medico condotto di Quinto. Volle andare al fondo delle cose, saper tutto, vederne l'acqua chiara. Parlò coi seminatori, giunse ai compratori dei pinòli, e seppe.... che quei semi preziosi erano stati comperati dal droghiere. I pinòli, innanzi di passar nelle mani dei seminatori, erano stati nel forno.
      Ed ecco perchè, ad onta dei dotti congressisti e del loro pietoso ordine del giorno, le nostre balze da Sturla a Sant'Ilario, da Sant'Ilario a Bogliasco, a Sori, sono rimaste calve come il monte Fasce a cui fanno da sproni, aride come la scogliera sulla quale me ne stavo io con l'amico, ad aspettare l'arrivo della nostra diligenza tardigrada.
      Era una veduta malinconica, e mi svegliò nell'anima i più malinconici pensieri. Il cielo, quantunque fosse spiovuto da un bel poco, si manteneva rannuvolato. Tutt'intorno, il terreno appariva vestito di colori smorti, come è naturale in luoghi rocciosi, dove non provano che gramigne, cardi selvatici, con rari ciuffi di tamerici che pendono polverose qua e là dai ciglioni sulla strada maestra. La scena non era muta, per altro; aveva pure una voce, ed era quella del mare, che mandava i suoi cavalloni ad infrangersi, con monotono fragore e larghi sprazzi di schiuma, contro il macigno calcareo della riva scoscesa.
      Genova era nascosta ai nostri occhi dai due promontorii di Sturla e di Albaro; ma, come avviene qualche volta per effetto di allucinazione, a me pareva di vederla. Le colline sparivano di mezzo; le mura si facevano diafane; vedevo le strade, i vicoli, perfino le note facce dei cittadini, i peripatetici di via Carlo Felice, gli stoici di piazza Banchi, i cinici del Gran Corso, i socratici della Concordia, gli aristofaneschi della libreria Grondona, e quelle altre creature che non sopportano appellativi antichi ed antipatici, poichè il loro nome è gioventù e bellezza; voglio dire le nobili e contegnose visitatrici di botteghe eleganti, da Luccoli a Soziglia, dalle Vigne a San Siro.


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Con Garibaldi alle porte di Roma
1867 - Ricordi e note
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano
1895 pagine 159

   





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