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      Badavano anzi tutto a fare una bella donna, rivaleggiando, direi quasi, con Domineddio; poi ci mettevano un emblema, un segno allegorico, e il colpo era fatto. Per tal modo l'Urbinate soleva dar vita eterna alle sue innamorate, mettendo loro un bambolo in collo, e facendole passare per altrettante Madonne. Non dissimilmente da Raffaello, il valoroso Gian Bologna condusse in marmo una splendida bellezza, a cui pose il nome di Virtų, e tra' piedi, in atteggiamento arditissimo, le scolpė, ma che dico scolpė? fece respirare e muoversi un uomo, a cui pose il nome di Vizio. Chi non vorrebbe essere il Vizio, con una virtų cosė fatta?
      La bellissima statua era nell'aula parlamentare, alla destra del trono. Io, salvo il rispetto dovuto alla Corona e ai diritti della casa di Savoia, che felicemente ci regge, l'avrei messa in trono addirittura, in barba alla legge salica e all'articolo secondo dello Statuto. Restai mezz'ora ad ammirarla per tutti i versi, e la sensazione che n'ebbi fu molto ma molto pių forte di quella che mi diede un'ora pių tardi, nella vicina Galleria degli Uffici, la decantata Venere dei Medici.
      A proposito, e chi ha consigliata la figlia di Cleomene a tenersi tante rivali in quella camera, dove essa dovrebbe regnare da sola? Č nel mezzo, sta bene, e proprio di rincontro all'uscio; ma il vicinato di tante altre bellissime creature, che fanno tanto maggiore effetto quanto č minore l'aspettazione dei visitatori, le riesce proprio fatale. C'č tra l'altre quella Venere del Tiziano!


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Con Garibaldi alle porte di Roma
1867 - Ricordi e note
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano
1895 pagine 159

   





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