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      Quanto al guidare, non ho provato che una volta, e per quella volta sola ho già sulla coscienza due distorsioni, tre ammaccature e non so quante lacerazioni.
      - Benissimo! - gridò il capitano. - Vedo che sarà necessario affidarci al senno di questo provetto animale. In manus tuas, Domine! Ora a noi; vuole che partiamo subito, o più tardi?
      - Subito, se non le dispiace. Andremo a desinare a Vestone.
      - Ottimamente! Ascendamus igitur o.... fovette cocher! -
      Immaginate come fossi contento. Andavo a Storo, per fare il mio dovere, e m'imbattevo in un garbato gentiluomo, il quale, per fortuna mia, innestava allegramente nel suo discorso i testi latini e i francesi, fors'anche quelli di altre lingue parecchie; proprio come facevo io, senza saperne nessuna.
      - Adelante, Pedro, sin juicio! - sclamai, montando nel calessino, dopa aver data una stretta di mano al mio gentilissimo superiore.
      - La variante è buona; - diss'egli, rispondendo alla mia citazione poco manzoniana. - Avanti dunque, e il giudizio lasciamolo qui, al primo corpo di guardia; lo ripiglieremo al ritorno, si fata dabunt.
      Quell'improvviso aggiustamento non entrava in testa al Belladonna.
      - Ed io, sor marcheis? - chiese egli, che nella sua qualità di bolognese conosceva benissimo il Pietramellara.
      - Tu, se mi è lecito darti un consiglio, starai qui a custodire il cavallo del tuo padrone; lo striglierai, gli porgerai le profumate avene, le dolci biade e i limpidi cristalli dell'Ippocrene locale; il che vuol dire in povera prosa....
      - A i' ho capè, sor marcheis; - borbottò il Belladonna.


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Con Garibaldi alle porte di Roma
1867 - Ricordi e note
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano
1895 pagine 159

   





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