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      E sia, non voglio già leticare coi miei compagni di galera. Ma intanto, chi sa? noi vanitosi, noi superbi dell'opera nostra, forse, veduti da lontano, avremo apparenza di formiche.
      Così pensando, mi pareva di veder correre su per quelle screpolature il mio prossimo. E posi qua e là qualche briciola di pane, perchè quella carovana di bestiuole sparute, inoltrandosi nel suo deserto, trovasse un'oasi e benedicesse il Signore.
      Le formiche vennero, fiutarono, e stettero dubitose. Forse temevano anch'esse di dover pagare lo scotto? Non ne so niente. Del resto, io non avevo da studiar sempre usi e costumi di formiche. Ben altre scoperte ho fatte, rimanendo colà inoperoso: ho indovinato ad esempio il segreto dello stile di Cornelio Tacito, e perchè quello storico sia stato così aspro con gli uomini e le cose del tempo suo. Sfido io! era di Terni; avrà dunque bevuto dello stesso vino che davano a me.
      Questo ricordo di antichità mi chiama a dirvi qualche cosa del luogo ove siamo in attesa. Terni è l'antica Interamna, così detta perchè inter amnes, tra due fiumi, cioè presso il confluente della Nera e del Velino. Ha mura antichissime e di pietra riquadrata, restaurate nei bassi tempi, con forse trenta torri e cinque porte, una delle quali è chiamata "dei tre monumenti." Qui infatti erano tre sepolcri: l'uno di Cornelio Tacito, accennato dianzi; gli altri, di due discendenti suoi, imperatori romani, Tacito e Floriano.
      Interamna aveva templi a josa; e Terni non ne patisce penuria. Un tempio di Giove è disceso al grado di chiesa di San Lorenzo; uno di Marte è salito agli onori di cattedrale, intitolata all'Assunta; un altro di Cibele è passato in governo d'uno sconosciutissimo Sant'Alò; un altro del Sole si chiama San Salvatore; un altro di Mercurio si è raccomandato a San Nicolò. Questi templi, com'è facile immaginare, non serbano più traccia della loro antichità; son rifatti, ripicchiati, ringiovaniti dall'arte del Bramante, del Sangallo, del Bernini, del Vici.


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Con Garibaldi alle porte di Roma
1867 - Ricordi e note
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano
1895 pagine 159

   





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