Ma l'antica Interamna fa ancora nobil mostra di sè negli avanzi d'un anfiteatro che era capace di oltre diecimila spettatori, d'un teatro edificato da Caio Dessio Massimo, edile della città, di terme pubbliche e di un arco di trionfo, rizzato in onore di Domiziano, buon'anima sua.
Insomma, c'è un visibilio di cose da vedere; e quindicimila abitanti rallegrano il luogo; ottima popolazione, e molto operosa. Le industrie che più fioriscono a Terni sono quelle della concia dei cuoi, della soda dei panni, e della lavorazione del ferro. Gualchiere e magone son messe in moto dalle acque del Velino.
Poichè sono a parlar di metalli, vi dirò che nei pressi della città si è trovata, oltre la miniera di ferro di Monte Leone, qualche traccia d'oro e d'argento. Di questo, anzi, nel 1762, fu coniata una medaglia, ad æternam rei memoriam. Non mancano i marmi, tra i quali è notevole il travertino bianco giallastro con vene rosse, le terre colorate, le piriti, il gesso, la pozzolana, il carbon fossile; insomma una vera grazia di Dio, che vorrebbe esser meglio sfruttata; nè mancano le acque minerali, come quelle della Nera, che contengono carbonato di calce, magnesia e solfo, e sono perciò adoperate da una casa di bagni; quelle di Acquasparta, che contengono gas acido carbonico; quelle d'Acquavogliosa, termali e sulfuree; finalmente l'Acqua dell'Oro, così detta dal prezioso metallo che essa trasporta (in minuscola quantità, si capisce) dalle radici di Monte Rotondo, che non so per quali proprietà si raccomandi all'umanità sofferente.
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