Da Terni a Rieti una vettura da nolo vi porta per otto lire, se non forse per meno, come mi affermarono parecchi Reatini. Noi, per due vetture spendemmo sessantacinque lire; e fecero grazia a portarci. Questo mi fa ricordare delle quaranta lire che spese un mio illustre amico per farsi condurre da Genova allo scoglio di Quarto, la famosa sera del 5 maggio 1860. E notate bontà di cuore: dopo simili prove, noi stiamo ancora per l'abolizione della pena di morte.
I nostri uomini dovevano fermarsi a mezza strada, presso una scorciatoia che mette a Condigliano. Fu una buona ispirazione, la nostra, poichè a Rieti un egregio cittadino, il conte Vicentini, ci disse per l'appunto di dover trattenere la gente laggiù, e di farla proseguire per la scorciatoia in discorso, evitando di entrare in Rieti, dov'erano molti soldati, e sospettosissime le autorità governative. Dalla scorciatoia di Condigliano assai più brevemente ci saremmo condotti, per San Giovanni Reatino e per Torricella in Sabina, al paese di Scandriglia, che era la meta del nostro viaggio.
Il mio buon Ludovico di Pietramellara si sacrificò allora per tutta la tribù, ritornando indietro dai nostri, per indicar loro la via che dovevano tenere all'alba del giorno seguente, e per abboccarsi in Condigliano con un altro buon cittadino, il quale dovesse mandarci sulla scorciatoia una guida. La gita di Ludovico essendo fissata per la notte, le ore che ci avanzavano del giorno furono consacrate al pranzo e ad una passeggiata per le vie di Rieti, città che merita veramente di esser veduta.
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