Remolo e Remo saranno benissimo quel che la storia e la favola vuole; ma chi li allattò fu una lupa, la forte Sabina; fatti sua mercè grandicelli, a lei chiesero e tolsero quelle donne, onde aveva a nascere la più forte schiatta del mondo.
Rieti fu dei Romani trecent'anni innanzi l'êra volgare: Annibale passò sotto le sue mura: diede ella molti volontarii a Scipione Africano, il Garibaldi di quei tempi; sotto i Longobardi fu aggregata al ducato di Spoleto; fu corsa dai Saraceni e poi quasi distrutta da Ruggero, re di Sicilia; resistè a Federigo II; Carlo II d'Angiò vi fu incoronato re delle due Sicilie da papa Niccolò IV, i cui successori amavano molto questa città. A modo loro, s'intende; donde avviene che sia molto più lieta di appartenere al regno d'Italia, ad onta dei suoi mediocri legislatori e del suo non mediocre sistema di tasse.
Per ultimo ricordo storico vi dirò che Rieti fu l'ultima città veduta dal vostro umilissimo servo, nella sua gita al confine pontificio. Dove sono andate tutte quelle belle e cospicue città dei Sabini? Mutusca è diventata un paesello, Rocca Sinibalda; anzi c'è chi pretende che non si debba neanche riscontrare colà, ma più sotto, dov'è la solitaria Osteria nuova. Cure è diventata Corese, una cosa da nulla. Ereto, distrutta, si mutò in monte Eretino, poscia Monterotondo. Nomento, poi, s'è rimpiccolito in Mentana. Questi cangiamenti di fortuna s'intendono facilmente, anche senza andare a scomodare i Goti, i Vandali, ed altri popoli guastatori. I Sabini erano possenti, ma prima di Romolo; la prevalenza di Roma doveva soggiogarli o assorbirli; l'una cosa e l'altra seguirono infatti.
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