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      Qui proprio incominciò la vita soldatesca. Addio bei letti dai morbidi guanciali e dalle lenzuola di bucato: addio osti col vino cattivo, ma vino; addio vetture, fatte per derubarci, ma per liberarci altresì dalle molestie del camminare. Dopo tutto, che sincera allegria! Come tutto era dolce, in compagnia di vecchi e provati compagni! come si andava spediti, colla speranza in avanguardia! e come già si cominciava a conoscere il pregio d'una fiaschettina d'acquavite che tratto tratto andavamo sorseggiando, per rifarci dell'acqua piovana!
      Giungemmo poco prima delle undici in Condigliano, bel paesello ai piedi d'una montagna. Pioveva ancora, e i nostri trecento furono lesti a scantonare di qua e di là, in cerca di "alloggio, buon vino e buon ristoro." Quantunque in nessun luogo si vedesse la scritta menzognera, non dubitate, trovarono tutti da allogarsi. Alcuni contadini, probabilmente edotti dalla esperienza dei giorni precedenti (poichè altri drappelli avevano fatta quella medesima strada) si erano elevati a dignità di ostieri, senza pigliar patente dal governo, e imbandivano ova al tegame, con cipolle, pan bigio e vinello scellerato, sul far di quello che io avevo bevuto a Terni, e che doveva perseguitarci per ogni paese, per ogni casolare, fino a Monterotondo, ove passò la misura.
      Quando noi ci affacciammo all'uscio d'una di quelle osterie improvvisate, tutti i deschi, le panche, gli sgabelli, erano già occupati. Ce ne rallegrammo, perchè ciò agevolava il nostro ufficio di vettovagliare trecento uomini in un così piccolo paese e punto preparato ad accoglierci.


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Con Garibaldi alle porte di Roma
1867 - Ricordi e note
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano
1895 pagine 159

   





Condigliano Terni Monterotondo