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      È il drappello dei carabinieri reali. Vengono rapidi, al trotto, e giunti al piano della valle si mettono al galoppo. Andate, andate, e non vi venga in mente di allungare il collo per guardare qui sotto. Li abbiamo a pochi metri di distanza; passano; sono passati; e noi, appena li vediamo sparire alla svolta dello stradone, ci togliamo dal nostro nascondiglio per passare il greto e andare in traccia d'un contadino, o pastore, che voglia farci da guida.
      Un garzoncello, proprio allora, si affaccia al limitare del bosco. Lupus in fabula. Alla vista di tanti uomini armati, senza la divisa militare, ha avuto un momento di esitazione? o la curiosità soltanto lo ha inchiodato laggiù, dove noi abbiamo potuto distinguerlo alla luce del tramonto? Comunque sia, egli è presto accerchiato, ed anche con bei modi rassicurato. Non gli si domanda altro che qualche ora del suo tempo, quanto basti per metterci per la via più breve al passo di Carlo Corso, evitando Osteria Nuova, poichè non abbiamo nessuna voglia di bere: venga, sia buonino, e gli daremo per la sua camminata uno scudo; anzi meglio, lo avrà in anticipazione. La moneta, infatti, luccica agli occhi dell'adolescente e gli sdrucciola nella mano, macchinalmente aperta per riceverla.
      - Andate con Garibaldi? - chiede egli, come per isgravio di coscienza.
      - Sicuramente; non lo vedi? Ci avevi presi forse per briganti?
      - Oh, non ne avevate l'aria; - risponde egli ridendo.
      E si avvia, guidandoci verso la macchia. Entriamo nella penombra, e indi a poco nel buio.


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Con Garibaldi alle porte di Roma
1867 - Ricordi e note
di Anton Giulio Barrili
Fratelli Treves Milano
1895 pagine 159

   





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